Una domenica di sofferenza per scrivere una pagina di storia

Una domenica di sofferenza per scrivere una pagina di storia

La Baldaccio Bruni Anghiari ha conquistato la salvezza nel play out con il Maliseti regalando a tutti i tifosi una domenica di sofferenza e di gioia incontenibili. Le emozioni ed alcune dediche.. 

Ci sono partite che valgono più del “semplice” risultato del campo, ci sono domeniche che restano scolpite nel cuore degli appassionati, ci sono momenti che durano un’eternità, ci sono immagini che fotografano emozioni trasformandole in ricordi indelebili. E’ l’inspiegabile magia che questo incredibile sport riesce a regalare. Il calcio provoca una serie di sensazioni che solo chi lo ama può capire fino in fondo: può essere, a seconda del risultato finale, gioia o dolore, ma è sicuramente in tutti i casi tensione, paura, sofferenza, adrenalina, senso di appartenenza e tanta passione.

Ci sono partite che ti entrano dentro lo stomaco e che non riesci a scacciare se non qualche ora dopo il triplice fischio finale. Quella “strana ma piacevole agitazione” fisica e mentale che ti fa vivere con vera trance agonistica tutto quello che accade dentro il rettangolo di gioco. In questo c’è sicuramente un pizzico di autolesionismo, ma ci sono anche una forte passione e una bella dose di magia. Impossibile spiegare questi concetti a chi pensa che “il calcio sia soltanto uno sport nel quale 22 ragazzi a volte un po’ troppo cresciuti corrono dietro ad un pallone”. Chi lo vive con il cuore sa che non sarà mai così, chi pensa il contrario si risparmierà “inutili sofferenze”, ma allo stesso tempo si perderà tutti gli aspetti che valgono sempre e comunque “il prezzo del biglietto”.

 

foto fine 3

 

Premessa forse lunga, ma allo stesso tempo doverosa per far capire a chi non c’era cosa si è perso domenica 24 aprile quando al Saverio Zanchi di Anghiari Baldaccio Bruni e Maliseti Tobbianese si sono date battaglia nel corso di 120 interminabili minuti decisivi per evitare la retrocessione dal campionato di Eccellenza a quello di Promozione. Una gara da togliere il fiato, una gara vissuta con il cuore in gola dai tanti anghiaresi presenti sulle tribune e sul greppo nonostante la pioggia e la temperatura rigida. L’1-1 propiziato dai gol di Quadroni e Nardoni è stato difeso con i denti dalla Baldaccio Bruni che al termine dei supplementari si è guadagnata la salvezza in virtù del miglior piazzamento nella regular season.

 

coreografia Baldaccio pre gara

 

La passione con cui il pubblico di casa ha seguito l’evolversi della sfida e la grinta che la squadra diretta da mister Benedetti ha messo su ogni pallone si sono trasformate, nell’esatto istante in cui è arrivato il fischio finale, in un’esplosione di gioia. Una felicità incontenibile che ha dato il via ad un’unica grande festa che ha coinvolto tutta la “famiglia” biancoverde. Dal Saverio Zanchi si è sollevato un urlo liberatorio che ha scacciato in una frazione di secondo tutte le paure e le tensioni accumulate in 120 minuti interminabili ed in una stagione tribolata al di là di ogni previsione.

E’ stata una felicità genuina che ci ha fatto sentire orgogliosi di essere Anghiaresi. Una grande comunità in cui sono entrati di diritto anche quei giocatori che non sono di Anghiari, ma che hanno dato l’anima per questi colori e per questa gloriosa maglia. Tutti insieme hanno scritto una pagina di storia della Baldaccio ed hanno contribuito alla permanenza della squadra anghiarese nella massima categoria dilettantistica regionale. Un senso di appartenenza che ha unito tutti e che dovrebbe servire da esempio, anche in altri contesti.

 

Altra foto dal greppo

 

E’ stata una domenica dalle intense emozioni: a partire dalla bella coreografia del pre-partita (grazie a nome della Baldaccio a tutti i tifosi presenti) ed arrivando dopo 7200 secondi di gioco (che più degli equivalenti 120 minuti rendono l’idea sulla lunghezza di tale sofferenza) a quell’urlo liberatorio alzatosi quando la salvezza è diventata realtà. Solo allora la tensione ha lasciato il posto alla voglia di gridare al mondo che l’obiettivo era finalmente raggiunto.

Bello a livello personale averlo potuto raccontare in diretta alla radio, bello nello stesso istante vedere i giocatori o a terra per godersi quel momento senza avere più forza in corpo o correre a perdifiato verso la tribuna, bello vedere i tifosi saltare dalla felicità, bello vedere il presidente Lacrimini e gli altri dirigenti arrampicarsi sulla rete, bello assistere alla corsa irrefrenabile del preparatore dei portieri Bruno Sandali, bello scorgere sul viso di un condottiero di solito composto come Andrea Benedetti le lacrime emozionate e sincere per l’aver portato a termine la missione.

 

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E’ una salvezza fondamentale per il calcio anghiarese, è una salvezza che ha tanti padri e altrettante dediche: per tutti i componenti della società capitanata dai presidenti Maurizio Lacrimini, Ricciotto Fornacini e Mirco Procelli (che di cuore ringrazio perché per 120 interminabili minuti mi ha piacevolmente affumicato con quel sigaro che mi evoca tanti bei ricordi), per chi ogni domenica da chissà quanti decenni segue la squadra in panchina (Moreno Zanchi tanto per non fare nomi), per chi la squadra da oltre 20 anni la costruisce (Alessandro Bruni), per chi soffre prima al botteghino e poi lungo la rete o sul greppo (vero Mario Casula?), per chi vive ogni maledetta domenica dal bar dello stadio (con in testa le immancabili Angelica e Rosangela), per tutti i dirigenti che hanno la Baldaccio nel cuore (a partire dal poker d’assi composto da Luciano Cecconi, Osvaldo Porzio, Antonio Moretti e Marco Pernici, con quest’ultimo che, così narrano le cronache è andato dopo il gol ospite assieme a Ricciotto Fornacini a tranquillizzarsi in zona Gello), per chi il “Saverio Zanchi” lo cura quotidianamente (Pietro Petruccioli), per i tifosi capitanati dal sempre presente Paolo Rossi (conosciuto semplicemente come Paologa) che con la sua intervista ha caricato l’ambiente, ma anche da Maurizio Valbonetti, Giancarlo Ghignoni, Paolo Meazzini (che ringrazio per la determinante collaborazione nel distribuire i volantini pre-partita) e Stefano Limoni (prezioso collaboratore del sottoscritto e del sito perché è grazie a lui che al termine di ogni trasferta ho potuto raccontare pur senza essere presente la cronaca del match), per i tifosi che da anni soffrono allo stadio e per i bambini che si stanno avvicinando a questa bella famiglia, per chi mi mandava messaggi sperando che dal mio intasatissimo telefono arrivassero quelle buone notizie che purtroppo fino alla fine non ho potuto comunicare, per un mister che ha dato l’anima anche senza riuscire a ottenere i risultati sperati (Cristiano Silveri), per un allenatore che si è rimesso in gioco dimostrando l’amore verso questi colori portando la Baldaccio alla salvezza (Andrea Benedetti), per uno staff tecnico che in ogni sua componente ha sposato la causa cucendosi addosso la casacca biancoverde (Bruno Sandali, Properzio “Cino” Faraglia, Marco Lerda, Fabio Venturini), per il dottore che ormai è parte integrante dell’universo biancoverde (Sandro Attala) e per chi ha visto il play out dall’alto dei cieli incrociando le dita affinché l’amata Baldaccio potesse raggiungere in un modo o nell’altro questa benedetta salvezza (e chissà quante chiacchiere si saranno fatti su come riuscire nell’impresa).

 

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Una salvezza con numerosi padri come ho detto prima (ne ho citati molti, ma mi scuso in anticipo perché di sicuro mi sono dimenticato qualcuno) anche se i meriti principali sono da attribuire alla squadra. Un gruppo unito al di là delle difficoltà e che domenica ha dato l’anima per evitare la retrocessione.

Non faccio nomi perché ogni giocatore è stato a modo suo fondamentale: chi ha fatto gol come chi ha evitato di subirli, chi ha effettuato giocate di classe come chi ha “sbuffato” ogni domenica rombando sulle caviglie degli avversari, chi ha disputato tutte le gare come chi non è mai sceso sul rettangolo di gioco, chi non è riuscito a esprimersi al meglio come chi ha reso più delle aspettative. In questo caso sono tutti sullo stesso piano perché il calcio è uno sport di squadra e perché il gruppo nel momento più delicato ha mostrato compattezza ed ha lottato con ardore trovando la forza per resistere in dieci e per 120 minuti.

 

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Una domenica da “cuori forti” che ha messo in risalto il carattere di un gruppo formato da UOMINI VERI prima che da calciatori. Un gruppo che non voleva mollare e che come un giocatore mi ha confidato ha “lasciato sul campo qualche anno di vita”. Questo è lo spirito che ha permesso alla Baldaccio Bruni di vincere la sua battaglia e di rimanere nel campionato di Eccellenza. A prescindere da chi se ne andrà e da chi anche il prossimo anno vestirà la casacca biancoverde una cosa è comunque doverosa: GRAZIE RAGAZZI!!! Perché nonostante un campionato un po’ così ci avete regalato una domenica che non dimenticheremo mai…!!!

 

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